Venerdì 24 Novembre 2017 - Valeria Serofilli incontra gli autori Sergio Gallo con particolare riferimento al volume Corvi con la museruola (Lieto Colle 2017) e Claudia Muscolino con riferimento al volume A casa per Natale e racconti per tutto l'anno (Porto Seguro Edizioni 2016). - Home Page di Valeria Serofilli

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Venerdì 24 Novembre 2017 - Valeria Serofilli incontra gli autori Sergio Gallo con particolare riferimento al volume Corvi con la museruola (Lieto Colle 2017) e Claudia Muscolino con riferimento al volume A casa per Natale e racconti per tutto l'anno (Porto Seguro Edizioni 2016).

Incontri al Caffè dell'Ussero di Pisa > Incontri Letterari 2017
Nella foto: Claudia Muscolino, Sergio Gallo e Valeria Serofilli
Nota di lettura(versione.pdf) di Valeria Serofilli  al volume Corvi con la museruola Poesie 2014-2016 (Lietocolle, Faloppio, 2017) di Sergio Gallo.

Si apre con una citazione in greco antico tratta da Aristofane, il libro di Sergio Gallo. Non si tratta tuttavia, né nel caso specifico né nell'intero arco del libro, di  un mero sfoggio di cultura fine a stesso. La cultura c'è, solida, concreta, tratta da modelli significativi, del mondo classico e moderno e da diversi ambiti e discipline, non solo umanistiche ma anche scientifiche. C'è la cultura ma è sempre incanalata in un  discorso preciso, potremmo  dire concreto, così come è legata, più esattamente radicata, all'humus della vita vera e del mondo autentico ed attuale.
Leggendo il libro si ha l'impressione che l'intento dell'autore sia proprio quello di mettere in collegamento ciò che appare etereo ed astratto con la realtà tangibile. Non è un caso quindi che vi siano numerosi riferimenti a elementi del mondo della natura, in particolare gli alberi (e non è difficile identificare in questa scelta un riferimento a quelle “radici” a cui si è fatto cenno poco sopra). Sergio Gallo sceglie di parlare di sé e delle sue idee tramite una poesia che mira ad abbracciare allo stesso tempo la cultura e la natura, fino al punto che risulta chiaro che non si tratta di due ambiti separati, di due dimensioni distanti e contrastanti. Siamo fatti di gesti ed azioni ma anche di pensieri, di idee, di definizioni, di tentativi di dar misura allo spazio in cui ci è dato di vivere.
Ecco allora che, tanto per fare ricorso ad uno dei numerosissimi esempi possibili, la volontà e la scelta di dare come titolo ad alcune poesie il nome scientifico di alcune piante e di alcuni alberi, non rende meno verdi le loro fronde e saldi i loro tronchi. Così come non sono fuori luogo o inadeguati i riferimenti alla realtà odierna inseriti in contesti che solo ad uno sguardo superficiale possono risultare inadatti o forzati.
Utile e significativa, in questo contesto, la nota di lettura, potremmo dire il saggio breve, che Alessandra Paganardi ha scritto per questo libro, e a cui ha dato il titolo, suggestivo ed evocativo, di  “Il canto della natura e la sapienza della poesia”. Anche lei mette a fianco il “canto” ossia l'ispirazione, il verso, e “la sapienza”, ossia la sostanza del discorso, i mattoni concreti con cui ogni edificio, anche quello immaginativo, sono costruiti. Cito qui la parte iniziale della nota introduttiva di Alessandra Paganardi:
Quando la cultura scientifica di un autore, pur non cercando scappatoie al di fuori dell’etica laica, sente il morso dell’Assoluto, c’è da sospettare – o da temere – che stia per nascere un poeta. Sospetto che nel caso di Sergio Gallo, autore cuneese alla sua quarta prova in versi, può dirsi ormai pienamente confermato. Come i libri precedenti, del resto, Corvi con la museruola non è “soltanto” una raccolta di poesie. È un’enciclopedia, un trattato filosofico, un diario di viaggio. Si può anzi dire che queste pagine, ad esatta somiglianza dei solchi di un albero, portano la mappa degli anni e dei luoghi visti, studiati, annotati con rara tenacia.
Ci sono qui i riferimenti, le pietre miliari, di cui è costituito il viaggio alla base del libro. La decisione di tracciare un cammino, un sentiero, gli anni vissuti e in quelli pensati, sentiti. Gli alberi, ossia questi essere longevi che osservano la vita che scorre, la Storia con la s maiuscola e le infinite storie individuali, servono anche a scandire il tempo, a fare da metronomo. Sono testimoni della vita vissuta e di  quella non-vissuta, persa nell'attesa e nel dolore, in quello stato di sospensione che l'occhio del poeta adeguatamente annota e rileva.
Prostrati silenziosi guerrieri/ pronti a sfoderare pungenti/ aghi color verde scuro/ – coppie di spade affilate/ riposte in lunghe guaine/ – e piccoli coni maturi/ colmi d’aculei sulla cima/ delle squame: lucenti/ mazze ferrate
Perfidi eppure utili/ ad abbellire giardini,/ trattenere nevi instabili,/ proteggere pianticelle/ di pregiati pini silvestri./ Altre lodi vorrei tessere/ dei resistenti pini montani/ ma una lingua avvelenata già/ corrode le mie corde vocali.
Questi versi di pagina 24 tratti dalla lirica Pinus Mugo contengono e riassumono alla perfezione il senso o meglio le sensazioni, complesse e di multiforme natura, racchiuse e generate dal libro di Sergio Gallo. Un libro distante dalla linearità non di rado sterile e vuota di molte composizioni basate unicamente su descrizioni e impressioni. Nel libro di Gallo c'è la volontà di cercare qualcosa di più solido, rifacendosi anche all'antichità classica, rinforzata e sostenuta però da osservazioni concrete del mondo della natura che diventa specchio del mondo, non solo esteriore ma anche interiore. Un libro di non facile assimilazione che, una volta colto lo spirito che lo ispira e gli intenti che lo muovono, lascia sia sensazioni che riflessioni di rilievo, basato anche sulla capacità di cogliere bene le sfumature e i contrasti del mondo naturale e di quello umano, della vita e del destino.

Valeria Serofilli
Caffè dell'Ussero di Pisa, 24 Novembre 2017


 
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