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I Gigli di Nola (Saggio)

Le Opere > I Gigli di Nola (Saggio)
Saggio sul folklore campano, pp. 254, Rotary International, Nola - Pomigliano D'Arco, 1993.
Lo scritto viene articolato in sei capitoli.

· Nel primo vengono descritte, dopo brevi cenni storici, le varie fasi e i riti in cui si articola la Festa dei Gigli, con particolare richiamo alla cartapesta e alle botteghe artigiane nolane in cui viene preparato il lavoro d’ornato che ricopre la struttura lignea dei Gigli. Questo perché dopo la classica tradizione fabulatoria napoletana che va da De Boucard a Mayer ed i significativi contributi, riguardanti la Festa, apportati in particolare da Manganelli e da Avella, questo studio si propone di considerare l’argomento da un punto di vista propriamente teatrale ed artistico.

· Il secondo capitolo è interamente dedicato al destinatario della festa, San Paolino vescovo, e alla leggenda tramandataci dal III libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, da cui questa sembra trarre origine. E’ inoltre proposta l’ipotesi di una derivazione mitologica di tale leggenda.

· Nel terzo capitolo viene trattata la storicità della festa e l’evoluzione di questa nel tempo, attraverso alcuni documenti riportati nell’appendice alla tesi. Dall’esame dei suddetti documenti si deduce in qual modo e in che periodo di tempo alcuni “elementi” che compongono la festa sono comparsi per la prima volta, e le loro relative fasi di trasformazione. E’ stato pertanto possibile ripercorrere l’intero iter evolutivo dei Gigli, che da fiori portati in processione insieme a ceri, vennero sorretti in un primo momento da scheletri di canne, poi collocati su sedie portate a spalla ed infine trasformati nelle attuali guglie alte più di venti metri.

· Nel quarto capitolo si espone la teoria del Giglio come Maio e vengono instaurati parallelismi tra la borda (lo scheletro ligneo dell’obelisco) ed altri ingegni simili.

· Nel quinto capitolo si analizzano i rapporti della Festa dei Gigli con altri generi rappresentativi su carri o viaggianti, quali i carri irpini, i Misteri di Campobasso, o le “Nuvole” che La Cecca realizzò guardando alla macchina ramificata del Brunelleschi per la rappresentazione figurativa dell’Annuziata a Firenze. Alle immagini delle macchine da festa campane, si alternano infatti, confronti con strutture pisane e fiorentine. Inoltre, in base al fatto che sia I Candelieri di Sassari che li Candelecti di Iglesias, sono esemplati sul modello della festa pisana dell’Assunta, si avanza l’ipotesi che anche I Gigli di Nola, che si vorrebbero di fattura locale, possano evere un’origine pisana e “tinta” spagnola. In seguito vengono considerati gli adattamenti che la Festa dei Gigli ha subito in altre aree, non solo europee.

· Nel sesto capitolo, infine, si mostra come la ricerca di identità culturale della popolazione nolana, se da un lato porta alla valorizzazione della festa, dall’altro ne provoca una sorta di inquinamento. Al fine di agevolare la comprensione dello scritto, al presente studio è stato allegato un vocabolario dei termini napoletani e dei termini tecnici della Festa dei Gigli.


L’iniziativa editoriale che qui presentiamo vuole essere, nel rispetto dello spirito di “servizio” del Rotary, un modesto, ma pur valido, contributo al raggiungimento di alcune importanti finalità.
In primo luogo ci proponiamo di arricchire i materiali di studio relativi alla “Festa dei Gigli”, materiali che, pur se già notevoli, non presentano al momento l’organicità e la diffusione necessaria a sottrarli alla chiusura nella quale sono ingiustamente relegati ed a renderli disponibili a chiunque ne avesse interesse anche al di fuori della Regione Campania. L’opera che abbiamo curato risponde a questa esigenza fornendo un’accurata ed utile trattazione sia a chi il folklore lo studia, il testo sarà infatti presente in molte delle più importanti biblioteche italiane, sia a chi preferisce viverlo.
Ci auguriamo infatti che la diffusione del libro possa far sì che molte persone partecipino alla manifestazione, procurando positivi risvolti per la nostra città sia dal punto di vista dell’immagine che dal punto di vista turistico (...).



DALL'INTRODUZIONE AL VOLUME di GUGLIELMO RUSSO, Presidente Rotary Club, Nola, 1993




 
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