Giovedì 26 Maggio 2016 Salone delle feste di Villa di Corliano - Vernissage del Maestro Giancarlo Ferruggia con testi di Valeria Serofilli - Home Page di Valeria Serofilli

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Giovedì 26 Maggio 2016 Salone delle feste di Villa di Corliano - Vernissage del Maestro Giancarlo Ferruggia con testi di Valeria Serofilli

Villa di Corliano > Presentazioni letterarie a Villa di Corliano (2010 - 2018)
Gianfranco Ferruggia, Valeria Serofilli e Floriano Romboli
Foto: Pasquale Palomba

Rivolgo il mio più cordiale saluto alle Autorità qui presenti, al Conte Agostino Agostini, all’Assessore    in rappresentanza del sindaco di S.G.T Sergio Di Maio, ai nostri graditi ospiti, il Maestro Ferruggia, il relatore Prof. Floriano Romboli, Roberto Cellini, Presidente del centro Modigliani, il chitarrista Sergio Berti e il fine dicitore Rodolfo Baglioni nonchè al pubblico di appassionati di poesia, arte e letteratura intervenuti in questa splendida cornice di Villa di Corliano, dimora storica del XV secolo e riconosciuta come una delle più prestigiose ville rinascimentali della Toscana, per la cui concessione ringrazio la famiglia Agostini Venerosi Della Seta nella persona del conte Agostini.
In questa prestigiosa sede,echeggiarono le voci delle antiche Accademie degli Svegliati, poi degli Stravaganti e dei Lunatici che dal XVI sec. in queste sale erano soliti riunirsi. Qui abbiamo oggi l’onore di ospitare alcune  opere del maestro Gianfranco Ferruggia con lettura di miei testi a queste ispirati ed associati nonché di poter nuovamente proporre le mie due più recenti pubblicazioni:la silloge poetica Vestali e la  raccolta di racconti Ulisse entrambe edite per i tipi dell’editore Ibiskos Ulivieri di Empoli, anche se la raccolta Ulisse era già uscita come ebook nel 2014, pubblicata da LaRecherche di R. Maggiani.

La serata si articolerà in due momenti distinti ma complementari, secondo il principio oraziano a me caro e più consono al mio orizzonte poetico  dell’ut pictura poesis, principio alla base della mia pubblicazione del 2004 Tela di Erato, edita da Sovera Multimedia di Roma. Un primo momento dedicato alla pittura, nello specifico alle opere del Maestro Ferruggia con miei testi poetici ad esse associate, e un secondo incentrato sulle mie due più recenti pubblicazioni con presentazione critica del prof. Romboli.
L’istanza conoscitiva che muove il mondo delle immagini e quello delle parole è infatti fondamentalmente la stessa. In Tela di Erato l’ispirazione che mi aveva portata a scrivere poesia scaturiva da un iniziale stimolo visivo, e solo in un secondo tempo, all’interno di un’ ampia gamma di opere pittoriche avevo ricercato il soggetto maggiormente in grado di ricreare quell’hic et nunc che aveva generato il momento creativo.
Nel caso dei testi sulle opere di Ferruggia come già per Van Gogh e per i contemporanei il lucchese  Michele Lovi e il pisano Otto Pamio, per cui curai lo stesso lavoro, ho seguito il processo inverso, partendo direttamente dall’immagine raffigurata nel quadro per poi far nascere le poesia ad essa associata.
Della produzione del Maestro Ferruggia mi hanno particolarmente colpita i quadri su Emma, la protagonista di Madame Bovary (anche se  la produzione di Ferruggia non si limita alla raffigurazione di Mme Bovary e delle eroine francesi e inglesi ma spazia in dipinti che ritraggono Firenze  ed i suoi incantevoli scorci fino alle figure della mitologia classica). Ma le  sue opere su Mme Bovary, circa un centinaio, sono state apprezzate anche da critici e studiosi di Flaubert e la biografia di Ferruggia tradotta in lingua francese al fine dell’inserimento nel sito dell’autore.

Le sue opere sono state  notate inoltre  da Bruna Donatelli, docente di letteratura francese all’Univ. degli studi di  Roma Tre, specializzata in studi su Flaubert, che cosi si esprime al riguardo:
“La Bovary di Giancarlo Ferruggia è un esempio particolarissimo di come  l’eroina flaubertiana risulti porosa alle contaminazioni di chi si accosta al suo universo e per converso di quanto il suo volto e i suoi tratti, pur modellandosi sul gusto estetico di chi nel suo universo l’accoglie, mantenga poi una sua riconoscibilità e intatta la sua vitalità inquieta. Su di lei il pittore fiorentino ritorna più volte, riuscendo a cogliere ogni volta sfaccettature diverse della sua sfuggente personalità. L’Emma evocata nei quadri di Ferruggia è una giovane donna del Novecento, sebbene sembri uscita da una tela impressionista. Il suo profilo a volte sovrasta nitido l’indefinito sfondo dalle tinte pallide e evanescenti; altre volte un sofisticato cappellino a falde larghe le incornicia il viso delineandolo con concreta purezza. Il suo sguardo è sempre rivolto verso un altrove, forse verso lo spazio infinito delle sue fantasticherie. I colori che l’artista sceglie per raffigurarla variano dal rosa, all’azzurro tenue, al madreperlaceo, fino all’utilizzo di un nero sensuale e ricercato. Nei quadri di Giancarlo Ferruggia le tonalità flou sono sempre presenti; una peculiarità questa che, coniugata a una tecnica granulare, infonde ai suoi dipinti (quasi degli affreschi) un tratto singolare, dove il riconoscibile si fonde e si confonde con il non immediatamente visibile. È dunque con grande abilità che Giancarlo Ferruggia, sovrapponendo toni su toni, sfumando volti e delineandone altri con maggiore corporeità, ripropone una lettura del romanzo di Flaubert ritmata su una dimensione onirica sulla quale egli apre uno squarcio di concreta realtà.”
E stata proprio la Donatelli a curare nel maggio 2010 la rassegna Rifrazioni d’ autore presso la Facoltà romana di lettere e filosofia e questa esposizione è stata il trampolino di lancio per fare conoscere l’artista scandiccese anche in Francia.

L’artista si serve di terre naturali ossidi ecromi. Il risultato sono quadri che ricordano l’impressionismo francese e LA PITTURA IN PLAIN AIR  in cui i contorni non sono quasi mai volutamente definiti e la stessa Emma compare spesso di profilo, in parte con il volto coperto dal grande cappello nero o addirittura di schiena. Anche il nostro infatti riproduce sulla tela le sensazioni e le percezioni visive che un soggetto suscita in lui in particolari condizioni di luce. Non dimentichiamo che l’Impressionismo, movimento francese della seconda meta dell’800 (1860-70), prese il nome da un quadro di Monet” Impression soleil levant” con accezione inizialmente negativa ad indicare l’apparente incompletezza delle opere ma poi divenne bandiera del movimento.
Sul versante del poieo, l’immagine pittorica viene assimilata nel tessuto poetico, conferendogli quella completezza ottimamente sintetizzata nel principio più consono e vicino al mio orizzonte interiore quale l’oraziano Ut pictura poesis.
In una intervista rilasciata ad Alessandra Ricco, Ferruggia sostiene che il dipinto a cui è più affezionato resta quello di Emma alla finestra di Yonville con quel suo sguardo basso, che si perde nel cappello nero, quel suo essere di spalle a schiena nuda.
Ed è proprio questo quadro, unitamente a Risveglio e a Emma dans la mansarde, ad avere ispirato i miei primi due testi che ora vado a proporvi:
Lettura delle prime due poesie associate ad un’opera pittorica del Maestro Ferruggia:

Fin dal risveglio
(ispirata a Risveglio e a Emma alla finestra di Yonville )
Fin dal risveglio / ti chiedi
sul letto o alla finestra
assisa senza veli
se la larga falda / del tuo cappello nero
disveli
la tua insoddisfatta
benché stupita comparsa
su questa terra

Basso lo sguardo
frustrato sogno.


Emma Bovary
(ispirata a Emma alla finestra di Yonville e a Emma dans la  mansarde)
Inanellate ciocche
come soffici dita/ protese al tocco
di nuove francesi realtà
mentre alla finestra affacci
gli affanni e i tuoi silenzi.


Ti guardo
(ispirata a Emma smarrita di stupore)
Il tuo doppio riflette
un volto di pensieri
e desideri
che a te stessa/ neanche, sveli:
chissà quali sogni desideri
fino a viverli
mentre occhi sgranati indagano
onirici mondi / altre variopinte realtà
chissà.

Non voltarti / moglie di Lot
statua di sale
Ma ripara e procedi
alto lo sguardo.


Racemi
(ispirata a Parlando sottovoce e a Fanciulle in fiore)
Volti in profilo / sfumano contorni
al contempo ben delineati
in sapidi tocchi
come parole urlate sottovoce
in sussurri infiniti

Confidenze svelate
incorniciate da
imperscrutabili/ racemi d’edera.


Cappello nero
(ispirata ad Anna Karenina nel bianco silenzio)
Spicca sui silenzi innevati
il tuo cappello nero
Trincee di fusti e sogni
Lo sguardo oltre.

Valeria Serofilli
Villa di Corliano (San Giuliano Terme), 27 Maggio 2016



 
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