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Ubaldo De Robertis, Diomedee, Joker Edizioni, Novi Ligure 2008.

Saggi e note critiche di Valeria Serofilli

Nota di lettura di Valeria Serofilli al volume Diomedee (Joker Edizioni, Novi Ligure 2008) con riferimento a Sovra il senso del vuoto (Nuova Stampa, Ponsacco 2009) di Ubaldo De Robertis.

La poesia di Ubaldo De Robertis acquista una sua impronta riconoscibile ed individuale grazie alla commistione spontanea, connaturata sia nel linguaggio che nell'esperienza personale dell'autore, tra il dominio strettamente letterario ed altri ambiti, anche apparentemente lontani, come quello scientifico o, comunque, di taglio razionale, analitico. Ne deriva una miscela specifica, che orienta i temi ed il tono dei componimenti verso un dominio che sfiora la filosofia e la logica senza tuttavia perdere la natura di base, quella strettamente lirica. La ricerca del senso, di oggetti o concetti, moderni o senza tempo, della mitologia o della quotidianità, passa dunque attraverso il filtro di questa abitudine consolidata a partire dal dato concreto, numerico quantificabile, per poi spaziare in direzione dell'orizzonte del significato anzi, dei significati possibili.
Non è un caso forse che la prima sezione della raccolta Diomedee pubblicata da Joker nel 2008, abbia per titolo "I molteplici istinti": la più naturale e innata delle pulsioni, l'istinto, viene in qualche modo analizzato e scomposto, per poi ritrovare la sua interezza e il suo vigore immediato. Addirittura quello che è un gioco infantile, viene reso innanzitutto tramite una poesia figurata che al suo interno contiene riflessioni che vanno al di là dell'aspetto ludico:

<<Natura delle cose, aspetti del mondo, rivelatori
di precarietà, il rilevante senso
del lungo trottolare, l'idea
stessa che la fa
gi
ra
re.>>


La seconda sezione invece, quella conclusiva, è intitolata "Isole" e sembra procedere in senso inverso: dall'individuale al generale, dall'individuazione dei singoli momenti, simboli, testi e personaggi di riferimento, al quadro di più ampio respiro, l'arcipelago ideale della riflessione, "l'isola dove siamo approdati" per citare la poesia
Diomedee che da il titolo al volume:

<<Isole delle notti tolleranti,
di sconsolate amanti.

Isole dove siamo approdati,
dove siamo nati,
dove abbiamo vegliato,
dove abbiamo cantato.
Isole dove abbiamo pianto.>>


Gli spunti sono di varia natura e traggono origine da domini diversi. Tuttavia è possibile individuare alcuni temi ricorrenti.
Il primo è più corretto definirlo forse un approccio, una tendenza: quella all'ipotesi, alla domanda, al dubbio che cerca di tramutarsi in poesia. Non sono rari i componimenti che iniziano con un "Se" o comunque esprimono una ricerca, un interrogativo sul come, sul quando, sul perché. C'è poi correlata a questa prima tendenza, la riflessione sul tempo, non di rado destinata a sfociare in un'amara anticipazione dell'epilogo, corretta tuttavia da un'ironia di fondo, o almeno dall'accettazione consapevole dell'ineluttabile, non scevra dall'orgoglio degli attimi vissuti o comunque sognati.

Passando ad altri esempi tratti non dalla raccolta in questione ma da
Sovra il senso del vuoto, volume vincitore del Premio Nazionale "Orfici" - Città di Ponsacco 2008/09:

<<Mio povero Amleto
non è per questo
che reggi il teschio
come un amuleto?>>.
(da
Prince of darkness in Sovra il senso del vuoto, cit.)


E ancora, recita la lirica XIX di pag. 25:

<<Nella realtà, nulla accade,
niente in quel cerchio vuoto
in quel giorno fissato
per il mio ritorno.>>


Cito inoltre dalla lirica
Arno. A Percy Shelley:

<<Ho affittato una barca
per scoprire, alla foce, quale mare,
seppure sconvolto,
mi darà il vantaggio di decidere
se invertire la rotta,
o perdermi dove muore il fiume,
nell'infinita disventura.>>


Questi versi racchiudono il senso e la direzione dell'intero percorso poetico di Ubaldo De Robertis che, nonostante la consapevolezza del destino finale, continua a percorrere rotte diverse per scoprire il mondo nelle sue infinite possibilità e sfaccettature, prendendo come riferimento la letteratura, siano Shelley o Montale, sempre correlando il livello metaforico e simbolico all'osservazione concreta della realtà.

Valeria Serofilli

Pisa, 16 Luglio 2010



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