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Armando Rudi, Quattro argomenti, Edizioni Scettro del Re, Roma 2005.

Saggi e note critiche di Valeria Serofilli

Nota critica di Valeria Serofilli al testo Quattro argomenti di Armando Rudi

Ben più di quattro gli argomenti che Armando Rudi affronta nel suo recente lavoro antologico, una sorta di compendio che si articola in quattro sezioni, contro le due del precedente
Trittico e lamentazione: “Il silenzio debellato”, “Le nazioni conculcate”, “Il rosario meditativo” e “L’antivita confutata”.
Quattro sezioni, come i quattro
elementi che nella concezione del mondo classico sono legati dal mare e nel caso specifico dalla parola poetica, vero fil-rouge interpretativo il cui valore salvifico è il solo in grado di ricreare un “mondo altro” in una sorta di cortocircuito tra macrocosmo e microcosmo interno.
I trenta testi poetici della sezione “Il silenzio debellato”, composti nella prima metà degli anni Ottanta, intendono costituire una denuncia verso l’inquinamento acustico, in questo caso imputabile al continuo abbaiare di un cane. Liriche che tessono una vera lode del
silenzio, inteso come preludio alla rivelazione, come apertura di un varco a Dio e all’ispirazione, mentre è muto chi si perde in chiacchiere, imprigionato “nell’urlo di pietra e di caverna che impedisce di sentire Dio”.
Il silenzio, balocco preferito con cui l’autore giocava pomeriggi interi,è un <<astante impegnativo / di fronte al quale è facile il disagio / (meglio infatti il frastuono che frastorna).>>.
Il silenzio quindi, contro il linguaggio manipolazione, grande cerimonia che racchiude grandi avvenimenti, dono prezioso purtroppo apprezzato da pochi “eletti” tra cui proprio i poeti e che, conclude Rudi, val bene una crociata!
I sedici testi della seconda sezione “Le Nazioni conculcate” sono stati scritti nel corso dei due quinquenni 1985-90 e 1990–95 a testimonianza dell’accorata partecipazione dell’autore a questo dramma.
In Somalia, Corno d’Africa, una delle “Nazioni conculcate” in preda da anni alla guerra civile, scrive Rudi, <<dell’infanzia non restano che tracce>> e a ben poco servono gli aiuti dei <<Paesi opulenti>> a cui si ricorre per <<risolvere l’enigma che c’impregna di malanni>>.
Il grido di denuncia del poeta si fa qui lacerante, come è lacerante nell’ultima sezione dei suoi
Quattro Argomenti in cui le liriche, composte nella seconda metà degli anni Ottanta, lungi dal perdere attualità, servono da spunto per trattare un altro grande tema che riceve conferme sempre più valide nel rinnovato interesse della nostra società nei confronti degli animali e di conseguenza verso i soprusi perpetrati a danno di questi, quali la vivisezione e la sperimentazione.
Purtroppo, lamenta Rudi, l’ara dell’ambizione umana è tanto vasta che se per giungere a un qualche risultato occorrerà sacrificare miliardi di animali, questa riuscirà ad ospitarli tutti.
Il solido substrato di conoscenze, rimandi e richiami si fondono in questi
Quattro argomenti di Armando Rudi, fluidificandosi nel prezioso manufatto della poesia in un linguaggio tra l’ariostesco e il moderno, con un occhio rivolto alla lirica religiosa italiana per quanto riguarda la sezione “Il rosario meditato”.
Questa terza sezione, di cui l’autore ha eseguito due stesure, costituisce un approfondimento in chiave etico – teologica dei misteri.
La sezione è a sua volta articolata in Misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi.
La lirica “Annunciazione”, classicamente tripartita dall’anafora “campana del mattino, campana di mezzodì, campana della sera”, veicola immagini in sapide e toccanti pennellate, perché come dice Simonide (cit. in Plutarco,
Opere morali, III 346), la pittura è poesia silenziosa e la poesia pittura che parla.
L’autore visita i vari misteri per giungere all’acme del <<mistero dei misteri nel Mistero>> della Crocifissione e Morte di Cristo.
Davanti alla
Croce, terzo dei quattro simboli fondamentali insieme al centro, al cerchio e al quadrato (cfr J. Chevalier, Dizionario dei simboli, RCS Rizzoli, Milano, 1989) le cui quattro braccia costituiscono un ulteriore rimando al titolo stesso della raccolta, confluiscono le domande più oscure e più inquietanti: <<Perché Iddio, il Dio che può tutto, / ha scelto te (sofferenza) (…) come mezzo esclusivo di salvezza? (…) Che legge imperativa ha scorto in te / per sottomettere al tuo giogo ferreo / il suo figlio medesimo? >>. Domande destinate a rimanere senza risposta proprio perché si tratta di un Mistero.
Per concludere, questa recente raccolta di Rudi testimonia un’ampia consapevolezza non solo poetica ma anche filosofico – spirituale, un rilevante impegno espressivo esposto in una forma che possiede il pregio, di non poco conto, di essere scorrevole e piacevole alla lettura pur nella solidità dei temi affrontati.
Una visione quindi a tutto tondo, quella di Armando Rudi, in grado di arricchire il panorama letterario.




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